Shank Prakshalana – Pulizia dell’intestino e non solo

Una pratica yoga antica e salutare: Shank Prakshalana, per pulire a fondo l’intestino e spazzare via tossine da tempo accumulate.

Una delle cause principali di molti stati infiammatori e degenerativi per l’organismo, risiede nell’accumulo di tossine. Il nostro corpo espelle tossine attraverso le vie naturali di eliminazione: pelle, reni, polmoni. Ma una forma di autointossicazione molto pericolosa e subdola è dovuta a quei veleni che filtrano attraverso la parete intestinale e contaminano tutto l’organismo. L’intestino ha bisogno di essere sgombro, libero, e questo anche per chi sente di non avere costipazione o altri problemi intestinali in quanto non tutti i residui tossici sono facilmente eliminabili, soprattutto se si accumulano nel tempo, magari in anni.

Intestino elisir di lunga vita

Le tossine non eliminate negli anni nell’intestino, soprattutto nell’intestino crasso, possono predisporre a patologie come il cancro al colon e al retto, cirrosi epatica, artrite cronica, nevriti e allergie varie, ulcere gastrointestinali, congestioni epatiche, varici, nonchè insonnia, irritabilità, stanchezza cronica.

Perché una pulizia profonda del sistema digerente?

La tecnica di Shank Prakshalana, a differenza di tecniche di pulizia parziale come l’uso di lassativi o enteroclismi, permette una pulizia dell’intero sistema digerente, dalla bocca all’ano.  Il termine Shank Praksalana significa “il gesto della conchiglia” o “la conchiglia lucente” in quanto shanka in sanscrito significa conchiglia e prakshalana significa lavare. Sia gli intestini che la conchiglia hanno dei passaggi tortuosi che l’acqua debitamente indirizzata con i movimenti prescritti, rende lucenti e puliti.

La pratica prevede di bere alcuni bicchieri di acqua calda con una determinata concentrazione salina alternando semplici asana, necessari per convogliare l’acqua in tutto il sistema digerente. Si susseguiranno diverse evacuazioni, fintanto che non si evacquerà soltanto acqua.

Indicazioni

La tecnica di Shank Prakshalana deve essere insegnata ed eseguita da una persona esperta. Prevede una preparazione e una cura anche nelle giornate precedenti e successive, in termini alimentari e non solo.  La giornata dedicata a shank prakshalana dovrà essere di riposo.

Benefici e Controindicazioni

I benefici vanno dall’eliminazione di tutti i sedimenti che aderiscono alla muscosa dell’intestino crasso e in una tonificazione di tutto il sistema digerente, riducendo problemi quali costipazione, gonfiore, acidità. In seguito, si avvertirà un miglioramento del sonno e una nuova energia. La tecnica elimina i blocchi delle nadi, i canali energetici, e purifica tutti i chakra.

Le controindicazioni vanno valutate con cura ed è bene consultare un medico prima di predisporsi alla pratica. Occorre astenersi in caso di ulcera gastrica e altre affezioni acute del sistema digerente, come dissenteria, colite ulcerosa, appendicite acuta; è bene che si astenga chi ha il cancro, chi ha valori della pressione alterati, chi soffre di patologie cardiache, in caso di recenti interventi chirurgici, in caso di mestruazioni abbondanti e in gravidanza.

La tecnica è consigliata da 1 a 4 volte all’anno, nei cambi di stagione.

A titolo di documentazione

Shankhaprakshalana è menzionato in testi classici dello Yoga, ed è noto anche con il nome di Varisara.

Bevi lentamente dell’acqua, muovila nello stomaco. Poi evacuatela”. (Gheranda Samhita, verso 17)

In età moderna, è portato in occidente da André Van Lysabeth nel suo libro “Perfeziono lo yoga”

 

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